di Silvio Bini
Sul muro inondato dal sole, nel fabbricato che dal 1861 ospita l’osteria Bertoli, a Pocenia, oggi scandisce il tempo una meridiana. E’ stato un modo adeguato di festeggiare i 160 anni dell’attività di famiglia, iniziata, sul posto di un deposito di sale ormai in declino, dall’avo Luigi Bertoli. Naturalmente, si parla di un primato di continuità, longevità, fedeltà, costanza, capacità di gestione non facilmente realizzabile, men che meno in questi difficili momenti, soprattutto nei piccoli paesi. La meridiana, quindi, voluta dagli eredi, Bertoli&Zuliani, simboleggia davvero lo scorrere del tempo, pur nella fissità di una formidabile saga familiare pluricentenaria, svoltasi sempre dietro un banco, a versare da bere in quei bicchieri grossi, ad ascoltare la gente di ogni ceto, a meritarsi il rispetto e, nel corso dei tempi, a diventare un piccolo mito.
All’inaugurazione dell’opera, erano presenti, fra gli altri, il sindaco di Pocenia, Sirio Gigante, il parroco monsignor Paolo Brida e il consigliere regionale Mauro Bordin. Gli interventi che si sono succeduti sono stati di plauso per l’iniziativa dei proprietari del bar Bertoli. Particolarmente interessante è stato il contributo offerto dall’artista realizzatore dell’opera, Aurelio Pantanali di Aiello (il paese delle meridiane), maestro gnomonista. La meridiana ha una caratteristica particolare, stabilisce l’ora canonica, legata ai momenti della preghiera monastica, che la pone oggi alla pari con quella, in pietra, del campanile del Santuario di Castelmonte e con quella della Chiesa di Santa Maria Assunta di Prato di Resia. Nel secondo quadrante solare, l’ombra dello stilo segnala le “ore della mezzanotte”, ovvero il tempo vero solare. Il motto che l’accompagna è un omaggio alla poesia di Dante: “L’amor che move il sol e l’altre stelle”.
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In copertina, un momento dell’inaugurazione della meridiana a Pocenia; qui sopra, come si presenta l’orologio solare.